Banche del Sass de Mura in senso orario da Val Nagaoni
Le Banche del Sass de Mura sono un “unicum” nella categoria cenge.
Difficile trovarne una così lunga, così regolare e che effettua un giro completo di 360° attorno a una cima.
Non si può dire che ci siano difficoltà alpinistiche lungo le banche: ogni tanto bisogna appoggiare le mani, ma mai a livello di arrampicata.
Il punto più difficile “in senso verticale” dell’escursione è nel tratto di avvicinamento da Forcella Neva, dove si affrontano delle brevi roccette di II° grado.
La difficoltà della cengia sta nell’esposizione per chi non è abituato.
Non è un’esposizione estrema come in certi viàz ben noti delle Dolomiti Bellunesi, ma è pur sempre da considerarsi molto difficile in una scala generale delle valutazioni escursionistiche.
Per chi non vuol sprecare energie nel lungo avvicinamento e vuol essere concentrato sulla parte spettacolare, è senz’altro da valutare il pernottamento al Rifugio Bruno Boz.
Escursione entusiasmante sotto tutti i punti di vista!
Tipo di strada
Mostra il profilo altimetricoPunti di ristoro
Rifugio Bruno BozIndicazioni sulla sicurezza
Dotarsi dell’attrezzatura necessaria: 1 o 2 kg in più per sentirsi più sicuri non devono essere un problema.
Evitare con il bagnato.
Evitare con previsioni di visibilità incerta.
Attenzione alla neve che è un grande nemico in questo tipo di percorsi.
Le varie guide mediamente indicano metà Giugno come periodo di inizio della percorribilità: NON SONO D’ACCORDO.
Ho registrato questa traccia GPS il 13 Giugno 2017 dopo un inverno praticamente senza neve: ho avuto qualche bel problemino sulla Banca Posterna o Nord per superare le lingue di neve, spesso dovendo scendere per aggirarle da sotto con passaggi non proprio tranquilli.
Il mio consiglio è di non provarci prima di Luglio, e a inizio stagione informarsi o cercare di capire prima com’è la situazione neve lato nord.
Partenza
Arrivo
Direzioni da seguire
AVVICINAMENTO
Dal parcheggio si possono seguire due tracciati CAI.
Il primo passa per il Rifugio Boz e poi segue per il Pass de Mura o più direttamente per Malga Neva Seconda.
Il secondo va direttamente verso Malga Neva Seconda in gran parte per strada forestale.
In questa registrazione GPS sono salito per il primo (che è più bello) e sceso per il secondo.
In ogni caso sono tutti sentieri facili.
SALITA A FORCELLA NEVA
Da Malga Neva Seconda o dal Pass de Mura ci si porta alla deviazione dal CAI 748 verso Forcella Neva all’altezza di un cartello indicatore “Acquedotto Neva 1825 m” con freccia “CADIN DI NEVA”.
Dopo un breve traverso verso destra si entra in una valle dove la traccia prosegue sempre visibile e su pendenze tranquille fino – come spesso capita in fondo alle valli – a uno strappo non difficile prima della forcella.
DA FORCELLA NEVA ALLE BANCHE
Alla forcella si sale – sulla destra in direzione di arrivo – un piccolo gradino roccioso da dove inizia un sentiero/traccia di aspetto veramente dolomitico.
La prosecuzione è in gran parte intuitiva e abbastanza segnalata con ometti.
Comincia ad esserci qualche passo più difficile dove serve attenzione, ed è un tratto molto godibile fino al passaggio chiave che è l’unico di stampo alpinistico di tutta l’escursione.
In direzione andata è una discesetta in un intaglio con 3/4 movimenti di II° grado.
La roccia è solida, gli appigli ci sono, ma bisogna sapersi destreggiare.
Al passaggio di oggi 13 Giugno 2017 c’era una corda da alpinismo annodata che facilitava molto discesetta e risalita: nel 2016 non c’era, in futuro non so e comunque se si trova qualcosa di simile è bene controllarne lo stato prima di farne uso.
Infine si prosegue fino ad innestarsi nella Banca Occidentale su traccia che diventa più ghiaiosa verso la fine.
Mentre ci si avvicina alla banca si noteranno varie “false tracce” che sono create da chi scende, ma ce n’è una un po’ più solida che sarebbe corretta per gli ultimi metri: alla peggio si fatica un po’ di più.
GIRO DELLE BANCHE
Come difficoltà tecniche non vedo grosse differenze fra senso orario o antiorario.
Preferisco il senso orario perché si segue il sole.
Con l’innesto nelle banche da questo lato, a inizio stagione è meglio il senso orario perché si dà subito un’occhiata dentro la Banca Posterna (Pusterna o Nord) e si capisce se è frequentabile o meno per la neve.
Girando nell’altro senso si osserverebbe la Banca Posterna dopo varie ore, ed è poi difficile decidere di tornare indietro quando è molto più corto proseguire, e magari non c’è neanche il tempo per rifare tutto il giro all’indietro.
È vero che all’angolo fra Banca Est e Banca Posterna si può scendere verso Forcella Cimònega e rientrare per altro itinerario (sempre bello lungo), ma non sono mai cambi di programma facili da gestire specialmente se in gruppo.
Una volta dentro le banche il percorso è obbligato, pochi i punti di dubbio.
È una vera cengia, molto lunga e con poco dislivello: si usano gambe (tanto), mani (poco) e cervello (perecchio).
Spesso esposta ma non a livelli estremi.
Anche i tratti con “fondo sporco” da ghiaino-pietrisco non sono estremi, ma serve sempre grande attenzione.
All’angolo dello spallone sud est dove c’è la famosissima finestra di roccia, consiglio la deviazione che si nota nella traccia GPS e porta su un belvedere con vista impagabile verso il Sass de Mura e non solo.
AFFIDABILITÀ TRACCIA GPS LUNGO LE BANCHE
La traccia GPS nei tratti di cengia non serve a nulla.
Inoltre nei punti in cui si sta sotto roccia il GPS spesso soffre di rimbalzi di segnale che sballano completamente il tracciato registrato: ho fatto qualche modifica manuale per raddrizzare alcuni evidenti scarti anomali, ma restano delle imprecisioni.
La traccia GPS nel tratto di Banca Posterna ha qualche scarto strano perché ho dovuto allontanarmi dalla linea di cengia per schivare delle lingue di neve: vedi note sulla sicurezza.
In auto
Percorrendo la SS 50 della Val Cismon, in zona Imer seguire le indicazioni per la Val Noana, e poi per il Rifugio Fonteghi.
Il parcheggio di partenza è sulla stradetta sterrata che prosegue dopo il Rifugio Fonteghi per circa 2,5 km.
Per chi non conosce la zona, fare attenzione ai seguenti due punti.
Il navigatore di Google Maps porta completamente fuori strada se si imposta come punto di arrivo il Rifugio Fonteghi che fa parte dei punti di interesse.
Siccome la strada è mappata solo fino all’inizio del Lago Noana, per raggiungere il Rifugio Fonteghi Google Maps fa percorrere l’altro lato della valle fino alla località Iner o Ineri (da non confondere con Imer).
A questo punto la strada (alquanto contorta) finisce, e Google Maps indica percorso a piedi seguendo di fatto il sentiero CAI 726, che tra discese e risalite porta in un’ora al Rifugio Fonteghi – e poi bisogna aggiungere il tratto di 2,5 km per arrivare al parcheggio definitivo.
È una bella fregatura: conviene impostare qualsiasi navigatore fino all’inizio della Val Noana e poi seguire a vista le frecce che non mancano.
Altra nota importante: tra metà Maggio e metà Giugno molto probabilmente la strada normale che porta al Rifugio Fonteghi sarà chiusa per attività di taglio legname su ordinanza del comune di Mezzano – così è stato negli ultimi anni che sono passato per varie escursioni, e così era al 13 Giugno 2017 data della registrazione di questo percorso.
Premesso che bisogna sempre rispettare le ordinanze comunali e il codice della strada, non conviene fare i furbi perché la strada potrebbe essere completamente ostruita dai tronchi depositati anche al di fuori dell’orario di lavoro.
Il divieto di transito è posizionato in un tornantino sinistro con Capitello, e da lì ci sono le indicazioni ufficiali che, inizialmente su asfalto e poi per strada forestale normalmente chiusa al traffico con sbarre, portano ad aggirare il tratto chiuso fino a poco dopo il Rifugio Fonteghi.
Chi deve andare al Rifugio Fonteghi poi tornerà indietro di qualche centinaio di metri e chi deve andare verso il Rifugio Bruno Boz continuerà per la sterrata della Val Nagaoni fino al parcheggio di partenza di questa escursione.
Dove parcheggiare
Al punto di partenza indicato.Coordinate
Titoli consigliati
“Dolomiti Bellunesi Cinquanta itinerari nel Parco Nazionale”
di Paolo Bonetti
CASA EDITRICE PANORAMA
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“IL LIBRO DELLE CENGE – 56 vie orizzontali nelle Dolomiti”
di Vittorino Mason
CASA EDITRICE PANORAMA
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“I sentieri del silenzio”
di Mario Minute – Elvio Damin
AGORÀ LIBRERIA EDITRICE
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“Via Alta Feltrina”
di Giuliano Dal Mas
CURCU & GENOVESE
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“Sentieri e Viaz dimenticati delle Alpi Feltrine”
di Aldo De Zordi, Paolo Lovat e Ivan De Zordi
EDIZIONI DBS ZANETTI
Mappe consigliate
Guide consigliate in questa regione:
Cartine consigliate
Attrezzatura
Normale dotazione escursionistica più caschetto.
Eventualmente corda e quant’altro per assicurare escursionisti con esperienze al limite delle difficoltà del percorso.
Statistiche
- 1 Waypoint
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